Discorso ai Compagni di Nuova Direzione

Breve allocuzione pronunciata in vista della costituente di Nuova Direzione. Un apporto del sottoscritto alla discussione.

Cari amici di Nuova Direzione,

Purtroppo questo fine settimana, come già, ahimé, anticipato, non potrò essere presente alla costituente milanese, che si annuncia evento non solo di estrema e cruciale importanza, ma anche convergenza di energie umane e di intelligenze che purtroppo dovrò conoscere personalmente in un secondo momento.

Non è mio costume licenziare discorsi o allocuzioni che suonerebbero, ovviamente, pronunciate da un pulpito inesistente. Mi sembrava solo doveroso e corretto essere idealmente presente al dibattito e all'incontro con un pensiero, una proposta, un suggerimento ampio che dico non da dirigente o pensatore politico, ma da cittadino ed elettore.

Che si diventi un partito del 20%, o si resti una sana associazione politica, centrata, nel merito e nel metodo, su punti fermi granitici e assolutamente chiari in tutti i compagni o fratelli che dir si voglia, una cosa è per me certa e lampante: se di "Nuova Direzione" parliamo, dobbiamo avere il coraggio di spezzare ogni legame non solo con l'affarismo lobbysta di un centrosinistra ormai solo da cancellare, ma anche da quel randagismo autoreferenziale e rancoroso che è oggi rappresentato dalla cosiddetta sinistra radicale e antagonista, che nulla ha di radicale e nulla porge in termini di strumenti concreti all'antagonismo.

Basta cortei, basta coordinamenti, basta movimentismo vacuo, basta con la stagione degli autunni caldi dei quattro gatti, basta inutili picchetti davanti a fabbriche dove si vota Lega, basta con qualsiasi vacuo investimento in tempo ed energie sulle rovine della diaspora comunista, basta, cioè, con una semina che intende fecondare il territorio bruciato del vetero-pensiero. Aboliamo per sempre la parola "sinistra", vera infezione della politica, e guardiamo alla realtà del popolo REALE, che non è e non sarà mai quello che pavoneggia il suo corpo in piazza, ma quello che vive giorno dopo giorno la modernità, nel bene e nel male.

Se di Socialismo vogliamo parlare, esso potrà solo rinascere - riscritto e adattato pezzo per pezzo - dalla lucida e impietosa lettura del presente, laddove la parola "sovranità" non sia un banale vessillo per un Italexit prossimo venturo, ma una vera e propria filosofia di fondo da applicare alla riconquista della Nazione, della Costituzione e dei suoi valori calpestati da trent'anni di smantellamento ideologico e pensiero unico.

Un augurio di buona costituente a tutti, e ci rivediamo subito dopo!

Filippo Albertin